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Come aprire uno Studio Dentistico in 7 passi

Articolo del blog
Anni di studio, passione e dedizione per i pazienti ma anche spirito imprenditoriale e capacità di affidarsi ai partner giusti per la scelta della strumentazione. Aprire uno studio dentistico o odontoiatrico significa molte cose perché tocca aspetti diversi ma nello stesso tempo pertinenti la professione, come i requisiti, le autorizzazioni per avviare l'attività, senza dimenticare le dimensioni minime dello studio che vanno di pari passo con i costi. Questi sono solo alcuni degli aspetti ai quali prestare attenzione e in questa guida ti aiuteremo a capire come aprire uno studio dentistico in 7 passi indispensabili in modo che possa essere assoluta soddisfazione.
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Quali sono i requisiti per aprire uno studio dentistico?

Per aprire uno studio odontoiatrico è necessario aver conseguito una laurea in Odontoiatria e Protesi Dentale della durata di 6 anni durante i quali si apprende la cultura scientifica di base e si acquisiscono le competenze necessarie per effettuare procedure preventive, diagnostiche e terapeutiche nei confronti delle malattie oro-dento-parodontali. Durante gli anni di studio, i futuri dentisti sono invitati ad applicare le procedure cliniche e i protocolli della branca medica così da essere pronti per un periodo di tirocinio che termina con una prova utile a conseguire l’abilitazione alla professione e l’iscrizione all’Albo dei medici e odontoiatri.

Competenze tecniche ma anche competenze di gestione: tra requisiti minimi per aprire uno studio odontoiatrico vi sono i rischi imprenditoriali, da affrontare con spirito positivo e tanta determinazione. L’attività di un dentista, infatti, comprende una serie di compiti che sono avulsi dall’esercizio in sé della professione, come ad esempio:

  • acquisizione della clientela;
  • accoglienza e scambio con la clientela;
  • adempimento degli oneri burocratici (cartelle cliniche, eventuale contratto d’affitto, adempienze fiscali, contabilità, inventario):
  • scelta del personale e formazione dei tirocinanti
  • incontro con i rappresentanti delle case farmaceutiche
  • scelta della strumentazione, del materiale e approvvigionamento.

L’apertura di uno studio dentistico è dunque un grande impegno ma è un business che può essere molto redditizio. Per iniziare, infatti, è bene seguire un periodo di collaborazione con professionisti di maggiore esperienza dai quali apprendere tutti gli aspetti pratici della professione che l’Università non insegna, prima di progettare l’apertura di un proprio studio dentistico oppure rilevare l’attività di un collega prossimo alla pensione.
Analizziamo, nello specifico i costi da affrontare per aprire uno studio dentistico e quali sono i costi di gestione che possono essere considerati delle spese fisse da affrontare.

Quanto costa aprire uno studio dentistico privato: spese iniziali e costi di gestione

Lo studio dentistico è un impegno organizzativo ed economico. Un dentista è il datore di lavoro di sé stesso e questo comporta oneri, responsabilità e soddisfazioni doppie. Come ogni impresa che si rispetti è necessario redigere uno specifico business plan per studio odontoiatrico che tenga conto di tutte le voci di costo e fornisca una stima sui tempi di recupero dell’investimento.

Per avere una stima del costo complessivo di uno studio dentistico e quindi del guadagno che da esso se ne potrebbe tratte, è necessario considerare: l’acquisto o l’affitto di un locale nel quale esercitare; le macchine professionali odontoiatriche; l’assunzione e la formazione di collaboratori; l’acquisto di software gestionali.

Quest’ultimo punto non è da sottovalutare. Lo studio dentistico deve essere dotato di tutti gli strumenti necessari all’organizzazione delle anagrafiche dei clienti, dell’inventario e della contabilità nel rispetto della privacy dei futuri pazienti. Le quattro voci citate nell’elenco rappresentano i principali costi fissi obbligatori. La quantità di denaro che si decide di investire nei suddetti punti influenza la qualità delle prestazioni offerte nello studio dentistico.

Merita un approfondimento anche l’onere di dotarsi di macchine professionali odontoiatriche. Il costo da sostenere può essere ammortizzato più facilmente negli anni a venire se si sceglie di acquistare macchine ecologiche, che abbattono i consumi e i costi di manutenzione. Scegliere un buon termodisinfettore, ad esempio, è fondamentale per evitare sprechi di correte elettrica, acqua e detergenti che di fatto rappresentano un costo sì variabile ma costante.

Vi sono poi altrettante voci che possono far oscillare i conti come ad esempio l’allestimento dei locali quali la sala d’attesa, i servizi igienici, la reception, le sale per gli interventi ed eventuali interventi per abbattere le barriere architettoniche così da rendere la struttura accessibile anche alle persone affette da disabilità. A questo si aggiunge la manutenzione periodica dei macchinari odontoiatrici, la pulizia, la disinfezione giornaliera degli strumenti e il numero delle figure impiegate in Studio tra cui l’igienista dentale, l’assistente alla poltrona e una persona all’accoglienza.

Tra le spese che non bisogna dimenticare ci sono inoltre quelle legate alle rate dei leasing e dei finanziamenti, dei contratti per la sicurezza delle assicurazioni e delle altre spese da sostenere, come quelle per un consulente del lavoro e un commercialista.

Quanto si può guadagnare con uno studio dentistico

Il potenziale di crescita di uno studio dentistico è enorme tuttavia è da considerare che l’ampliamento dell’attività in termini di personale, pazienti e macchinari comporta più costi e più impegno. In merito ai guadagni, se si possiede uno studio privato il ricavo è sicuramente considerevole nonostante dalla cifra lorda vadano sottratte le spese per le imposte, la tassazione delle partite IVA, i costi di gestione dell’impresa (manutenzione, eventuale affitto) e gli stipendi dei collaboratori. Discorso diverso per i professionisti che operano presso le cliniche private e i dipendenti ASL, con il vantaggio di lavorare a ritmi meno serrati e con meno responsabilità accessorie e lo svantaggio di un guadagno sicuramente più contenuto.

I 7 passi per aprire uno studio dentistico

Due parole chiave: pianificazione e gestione ma non solo.

1. BUSINESS PLAN per uno studio dentistico: come realizzarlo 

Come tutte le aziende è necessario che anche uno studio dentistico abbia un business plan che funga da guida per la realizzazione e la futura gestione dell’impresa. Un piano finanziario per uno studio dentistico deve prevedere oltre ad una parte introduttiva con i dati dell’azienda, una descrizione del business con le specifiche dei servizi offerti al pubblico. Segue quindi un piano di marketing e comunicazione, il quale deve comprendere tutti i servizi accessori che sono indispensabili per far conoscere la propria azienda e un piano di gestione nel quale sia chiaro:

  • risorse da impiegare
  • tecnologie a disposizione
  • produzione con cui si intende l’ambiente e i fornitori.

Il piano economico e finanziario è l’ultima voce. È qui che devono essere chiari e ben calcolati:

  • costi fissi e variabili che sono influenzate dalle dimensioni anche minime dello studio;
  • investimenti;
  • previsioni di fatturato;
  • fabbisogno finanziario;
  • bilancio.

Fin qui “l’elenco della spesa”, ma quando si parla di business plan per uno studio dentistico è bene considerare anche la modalità di investimento che, tradotto, significa: chi mette il capitale? Da questo punto di vista le opzioni sono diverse: la base economica può essere del professionista che decide di investire nella propria attività oppure si può decidere di rilevare uno studio odontoiatrico la cui proprietà apparteneva ad un dentista prossimo alla pensione; si può accedere ad un prestito bancario oppure fare riferimento ad una delle tante forme di franchising dentale. È bene approfondire quest’ultimo aspetto con il proprio consulente finanziario o commercialista che, sulla base di ricerche anche personali è in grado di consigliare la scelta miglio. Lo abbiamo già detto ma è bene ripeterlo: un buon piano finanziario per uno studio dentistico determina una fonte di reddito sicura e soprattutto un business in crescita.

2. Scelta della location 

Secondo passo per aprire uno studio dentistico è la scelta del posto e del contesto nel quale mettere su l’impresa. Uno studio approfondito del territorio è fondamentale perché determina la possibilità di considerare pro e contro di un determinato quartiere. In linea generale è bene scegliere un posto dotato di parcheggio così da assicurare un servizio ai pazienti, con un accesso privo di barrire architettoniche, in una zona abbastanza centrale e popolata e possibilmente non immediatamente prossima alle arterie stradali di solito molto trafficate e rumorose. Nella scelta della location è altrettanto importante considerare lo sviluppo urbanistico della zona previsto dal piano regolatore del Comune che determinerà una crescita indiretta dello stesso studio dentistico.

Trovato il posto giusto va reso anche adatto ovvero è necessario procedere con le pratiche burocratiche che hanno l’obiettivo di adibire il locale a studio dentistico e l’adempimento degli obblighi nel rispetto dei requisiti minimi per studi odontoiatrici previsti dalla legge. I medici che hanno intenzione di aprire una clinica dentale o uno studio odontoiatrico devono:

  • avere l’autorizzazione sanitaria per studio dentistico
  • dimostrare di avere i requisiti di abitabilità previsti dalle norme urbanistiche;
  • assicurare un accesso diverso per i futuri pazienti rispetto a quello destinato al personale medico;
  • disporre di locali con metratura idonea, aerazione e illuminazione adatta;
  • disporre di una sala d’attesa adeguata nelle dimensioni, uno spogliatoio per il personale medico, una stanza per i camici e gli asciugamani sporchi, i servizi igienici per il personale divisi da quelli per i pazienti;
  • possedere la dotazione minima per la gestione delle emergenze (defibrillatore semiautomatico, apparecchio per misurare la pressione arteriosa, fonendoscopio e tutti i dispositivi medici necessari per somministrare farmaci salvavita)

I punti sopracitati sono indispensabili per esercitare la professione e rappresentano delle condizioni imprescindibili per proseguire con l’iter di realizzazione del proprio studio dentistico.

3. Progettazione dei locali

Lo step 3 presuppone l’aiuto indispensabile di un architetto, un vero e proprio professionista della divisione degli spazi e della valorizzazione degli ambienti. Il disegno, così come la creatività sono fondamentali anche nella progettazione di uno studio dentistico, tuttavia esistono una serie di spazi di cui è necessario disporre. Nello step precedente abbiamo visto come siano fondamentali la sala d’attesa, lo spogliatoio pe il personale medico e non, una zona separata dove posare gli indumenti utilizzati e destinati al lavaggio. Ma quali sono gli altri spazi ai quali è necessario pensare? Gli studi dentistici hanno più sale nelle quali accogliere i pazienti ed è necessario dotarle di tutte le attrezzature necessarie per svolgere dalle mansioni più semplici a quelle più complesse: poltrone, sgabelli, lampade, carrelli. Inoltre, alcuni studi dentistici sono dotati anche di attrezzature per effettuare le radiografie intraorali.

La progettazione dei locali per uno studio dentistico deve, dunque, tenere conto di una serie di specifiche legate al settore oltre a tutti gli accorgimenti base che è bene non dimenticare, come ad esempio, la giusta posizione delle prese della correte, salvavita, sistema di allarme, telecamere così da controllare gli accessi. Altra scelta è sugli arredi per studi e cliniche odontoiatriche, una questione di stile che è bene fare con l’aiuto di un arredatore esperto che sappia consigliare i giusti elementi negli giusti spazi.

4. La scelta delle apparecchiature: quali sono fondamentali? 

Dopo aver progettato i locali è giunto il momento di pensare alle apparecchiature di cui dotare lo studio. Ne abbiamo isolate sei e sono:

  • il riunito odontoiatrico

È il cuore di tutto lo studio dentistico perché è intorno ad esso che si svolge tutta l’attività del dentista. Il riunito è formato da una poltrona con schienale reclinabile, nella quale si accomoda il paziente e due aree laterali. La prima dell’operatore (al lato destro del paziente e se è mancino al sinistro) e la seconda dell’assistente, al lato opposto. Al lato del dentista troviamo la faretra con tutti gli strumenti, l’aspirasaliva monouso, la portabicchiere e la sputacchiera per il paziente, lampade e videocamera intraorale e il compressore medicale.

  • unità radiografica

le unità radiografiche sono una serie di sistemi che permettono al medico di visualizzare i tessuti duri all’interno della cavità orale. Spesso queste attrezzature sono digitali (si distinguono in due grandi gruppi: il sistema DR e il sistema CR). Inoltre, vi sono anche le radiografie intraorali in grado di fornire radiografie panoramiche delle arcate dentarie o immagini tomografiche delle ossa mascellari.

  • miscelatore automatico

A cosa serve è presto detto: il miscelatore automatico permette la miscelazione automatica del materiale da impronta. La macchina miscela la giusta proporzioni di massa base e catalizzatore ed evita potenziali contaminazioni, introduzione di bolle e garantisce un adeguato tempo di indurimento del materiale.

  • laser

i laser ad uso odontoiatrico sono principalmente due: laser a diodi e laser all’erbium. Il laser a diodi è caratterizzato da un raggio che è in grado di essere assorbito dalle sostanze scure ed è per questo che vinee impiegato in chirurgia o negli sbiancamenti; il secondo invece, è caratterizzato da un fascio di luce che surriscalda le molecole a base d’acqua contenute nella sostanza dentale. Il cambio di stato (da liquido a gassoso) causa la formazione di piccole cavità. Ultima nota per quanto riguarda i laser: di solito viene utilizzata anche la riflessione laser durante la fase di diagnosi per valutare eventuali carie a livello del solco dentale grazie a dei sensori potentissimi.

  • autoclave

    Le autoclavi della linea CUBE X di Miele sono di classe B, perfette per uso dentistico. I 3 programmi (più i due di test) sono pensati per raggiungere gradi di temperatura differenti e possono essere scelti in modo semplice grazie al Display touch a colori. Questa speciale tipologia di macchine per dentisti ha un sistema di tracciamento incorporato che è in grado di registrare i processi e trasferire i dati su altro supporto, grazie ad una interfaccia WiFi opzionale. Le capacità di carico differiscono in base ai modelli ma tutte le autoclavi sono complete di ogni dotazione necessaria per uno studio dentistico.

  • termodisinfettore

Grazie alle due pompe di dosaggio immediato e ai programmi specifici per il lavaggio degli strumenti, i termodisinfettori Miele sono indispensabili in uno studio dentistico e fanno parte di tutta quella serie di attrezzature delle quali dotarsi. Le macchine sono certificate CE 0051, EN ISO 15883-1, EN ISO 15883-2 e EN 61010-2-040; hanno un indice IP21 nel rispetto della norma EN 60529 che regola il grado di protezione IP. Per il lavaggio e la disinfezione la macchina impiega solo 6 minuti e i programmi di cui è dotata hanno effetto battericida e virusbellante. 

5. La scelta dei fornitori dei materiali

Scegliere le attrezzature così come tutti i materiali, per un futuro studio dentistico, significa fare un vero e proprio investimento. Dal monouso ai materiali da ricondizionare: tutto deve essere scelto con la massima cura e attenzione senza lesinare sulla scelta dei fornitori.
Questo vale anche per le macchine. Come ti abbiamo mostrato, tutte queste attrezzature sono indispensabili (e questa è solo una cernita!) e investire sulla qualità delle macchine significa risparmiare in costi di manutenzione e sostituzione. Inoltre, è bene considerare anche l’assistenza tecnica. Nel tuo studio non potrai permetterti che un termodisinfettore si blocca, che il tuo autoclave registri problemi. È per questo che Miele mette a tua disposizione dei tecnici specializzati, pronti ad aiutarti in caso di necessità così che tu possa assicurare i corretti processi di lavaggio, disinfezione e cura del tuo strumentario.

6. Il personale

Non solo il dentista: in uno studio medico ci sono anche l’igienista dentale che ha l’obiettivo di istruire e mantenere la corretta igiene dentale dei pazienti, l’assistente del dentista che è acconto a lui o lei durante tutte le operazioni, l’odontotecnico che esegue i lavori di tecnica dentaria sulla base delle richieste e delle indicazioni del dentista; l’operatore di prevenzione dentale e l’assistente alla profilassi che lavorano fianco a fianco del dentista e l’amministratrice dello studio dentistico (ASO), una persona qualificata che ha il compito di gestire la contabilità e le fatture.

7. Marketing ed acquisizione clienti

Se sei arrivato fin qui e hai seguito i nostri consigli allora manca davvero l’ultimo passo ovvero acquisire clienti, portare pazienti nello studio dentistico e costruire così la clientela che negli anni ti porterà al successo. Per raggiungere questo obiettivo sono sempre più importanti strategie di marketing e comunicazione non sono offline ma anche online. Una pagina web può essere l’ideale per proporti come dentista nella tua provincia; avere dei canali social attivi ti permetterà di raccontare cosa fai, come lo fai e soprattutto avere un punto di ascolto e di comunicazione con i tuoi pazienti e futuri pazienti. Sapersi “vendere” fa parte del gioco soprattutto in un mercato come quello odontoiatrico pieno di ottimi professionisti e di utenti che cercano solo ed esclusivamente la qualità, a volte anche a discapito del prezzo.

Il tuo desiderio è aprire uno studio dentistico?

Qui abbiamo spiegato come aprire uno studio medico ma ora tocca a te. Facciamo questo passo insieme.