The Washing Diary: Cotone

Un diario alla scoperta dei capi iconici che hanno fatto la storia della moda e del costume e che ancora oggi custodiamo gelosamente nel nostro armadio. Perché un abito è un ricordo, un regalo, qualcosa al quale siamo affezionate e che vogliamo trattare con la massima cura. 
Miele, per tutto ciò che ami davvero.

Il cotone, con tutta la sua morbidezza, è un tessuto che trattiene molto lo sporco e ha quindi bisogno di un programma di lavaggio piuttosto energico. Ma non tutti i capi in cotone sono uguali!

COTONE:
La camicia Bianca

Ho fatto un gioco. Ho aperto il mio armadio e ho contato tutte le camicie bianche che ci sono appese. Sono molte, anzi moltissime e il solo fatto di vederle e sentirne il profumo mi mette di buonumore. Ne ho presa una, l’ho indossata e ho posato quasi come una vera modella. La storia di questo iconico capo è molto interessante e carica di fascino. Era considerata simbolo di ricchezza, perché indossata nel passato da persone che non lavoravano e che per questo non violavano il suo candore. Grazie alle grandi dive del cinema come Katharine Hepburn, Ava Gardner, Audrey Hepburn diventa di moda negli anni ’40. Raffinata ed elegante, simbolo di una vita in stile “vacanze romane” dove sole e spensieratezza padroneggiano, dona alla donna un’immagine quasi divina. Ma come la moda ben insegna ad un tratto arriva un nuovo trend: saranno quindi gli anni ’60, specialmente con Twiggy, e successivamente i ’70 con Patti Smith a trasformarla in un capo androgeno simbolo di un nuovo stile e potere femminile. Gli anni ’80 la immortalano invece come un capo sensuale ed erotico, specialmente se indossata in una taglia over size presa direttamente dall’armadio di lui. Vogliamo ricordare Kim Basinger in 9 settimane e ½? O Julia Roberts in Pretty Woman? Negli anni ’90 diventa un simbolo del minimalismo intellettuale fatto da designer che vogliono semplificare le linee, i tagli, i materiali.

A distanza di tutti questi anni la camicia bianca sembra non stancare mai. Si adatta ad ogni situazione ed è fondamentale nel guardaroba di donne e uomini. La camicia rimane un capo delicato che necessita di un trattamento diverso rispetto agli altri indumenti in cotone per poter mantenere il suo originale candore. 

Come nella vita, anche i problemi da risolvere sulle camicie  sono diversi. Pensate alle pieghe fastidiose che non se ne vanno nemmeno con gli scongiuri, o all’ingrigimento di polsini e colli che cancellano alla vista tutto l'allure faticosamente guadagnato nel corso degli anni, fino all’eliminazione delle temute macchie. Temute appunto perché potrebbero rovinare dei momenti magici. Immaginate di trovarvi a cena con il vostro lui o la vostra lei, una di quelle cene con la C maiuscola dove tutto è perfetto. Il tavolo è appartato quanto basta, le candele sufficienti per creare quel gioco di vedo/non vedo (che non vedere all'inizio è sempre un vantaggio. Sará per le luci alte che poi le storie cambiano...) e voi vi sentite così elettrizzate che combinate quello che non avreste mai voluto fare. Mi dispiace, ormai vi siete rovesciate sulla camicia il bicchiere di vino rosso, il che se la cena fosse stata in casa sarebbe stata un'ottima scusa per togliervela, ma vi ricordo che la fortuna in certe occasioni gira sempre alla larga e non avete alternative, se non restare dove siete e con nonchalance fare finta di nulla. Poco importa se state morendo dentro dall'imbarazzo, mantenete un self-control e siate la versione prima classe di voi stesse. Questo significa soprattutto: non pretrattrare la macchia con l'acqua minerale, non chiedere uno smacchiatore al cameriere o improvvisare un rimedio della nonna. A questo piccolo dettaglio rosso rubino, con sentori di frutti rossi, ananas e bacche di ginepro ci penserete una volta tornate a casa. Le lavatrici Miele sono dotate dell’opzione macchie che consente, con un semplice tasto, di indicare la macchia di vino, rossetto o caffè, in modo tale che si attivi automaticamente un lavaggio specifico e voi avrete tutto il tempo per pensare al dopocena. E magari in lavatrice ci finisce pure la camicia di lui... 

Azionate il programma delicato, altrimenti poi dice che mamma le lava meglio, puntate tutto sul  profilo di lavaggio Sensitive che evita la formazione delle pieghe dove si incastrano di solito i sentimenti e, per facilitare le operazioni di stiratura utilizzate la funzione vapore che stende le fibre come vorreste che qualcuno facesse con i vostri nervi in una delle peggiori giornate.

Per ottenere risultati di lavaggio eccellenti è sufficiente lavare a 40° utilizzando un detersivo in polvere. Miele propone Ultrawhite che contiene tra gli altri componenti gli sbiancanti ottici e gli ossigeni attivi.
La sua composizione lo rende efficace anche per pretrattare macchie particolarmente ostiche ed è è quindi particolarmente efficace anche a basse temperature e in caso di pericolo. Il che significa che, se vi siete procurati una macchia che non avreste mai voluto (o peggio dovuto), potete finalmente dire addio e riprendervi dallo spavento dopo essere svenuti. Ricordatevi che l'equazione  “più ne ho, meglio è” va bene per molte cose, ma non per il detersivo. In realtà sovradosare penalizza la qualità del lavaggio e genera inoltre tantissimo spreco di acqua ed energia.
Ma quindi qual è la giusta dose di detersivo? Con il TwinDos  di Miele potete stare tranquille perché la vostra lavatrice saprà creare ogni volta la giusta composizione di detersivo liquido ideale per quel particolare carico di bucato e nelle giuste quantità in modo da ottenere sempre un lavaggio perfetto, senza il minimo spreco, nemmeno del vostro tempo perché tutto si attiva con un semplice tasto.

Praticamente a noi non resta che fare shopping, bere caffè, comprare fiori al mercato, buttarci sul divano con la camicia appena messa, fare, andare, ballare, baciare, lettera, testamento. A tutto il resto ci pensa Miele.

 

COTONE: Il Trench

Colleziono da sempre riviste vintage. Su un vecchio Vogue tenuto con cura nella mia libreria c’è una delle immagini che preferisco in assoluto: Jacqueline Kennedy in abito da sera, indossa sandali e un trench ben stretto in vita. E’ semplice, elegante e raffinata. Su un altro numero c’è invece l’insostituibile Jane Birkin sempre con un trench, jeans, ballerine, borsa di paglia e un’aria assolu-tamente spontanea.
Un po’ elegante, un po’ sportivo, fondamentale per la mezza stagione e sicuramente un must nel guardaroba di ogni persona. Riflessivo e preciso, non conosce né tempo né genere. Mi riferisco al trench, l’iconico impermeabile che nasce nel 1930 come capo per l’esercito inglese (il nome origi-nale è infatti “trench coat” che tradotto letteralmente significa “cappotto da trincea”) ma che svestirà presto i panni militari per accompagnare la vita cittadina londinese e divenire una vera e propria icona di moda sia maschile che femminile negli anni ’40. Amato nella sua linea più androgena da dive come Marlene Dietrich, Greta Garbo, Katharine Hepburn e Brigitte Bardot, e reso estrema-mente femminile dalla profonda sensualità di Marilyn Monroe, il trench vestirà tutte le donne con un pizzico di ambiguità. E’ infatti Yves Saint Laurent a puntare tutto su questo capo lanciandolo nel 1965 come simbolo femminile strappato dal guardaroba maschile esattamente allo stesso modo dello smoking e dei completi gessati da lui tanto amati.

Ricordate Catherine Deneuve nel film Bella di giorno (Belle de jour) di Luis Bunuel? Lei, bella e perversa, indossava un trench che sarebbe diventato di li a poco il simbolo sexy di quegli anni.

Era perfetto e lo divenne per molte donne. Nel corso degli anni il capo ha subito molte modifiche ed è stato realizzato in tutti i modi possibili: esageratamente sexy, in pelle, in camoscio, gabardine, pizzo, vinile, ma l’immagine che per sempre resterà nel nostro ideale è quella della versione clas-sica in cotone color kaki che avvolge la donna con i suoi rever e la stringe delicatamente con la cintura vestendola con discrezione. Lo indosso sempre in questa stagione e ha il potere di farmi sentire elegante e al tempo stesso informale, mi avvolge e mi protegge dal vento e dalla pioggia. Un elemento prezioso per me, da trattare con cura, e Miele lo sa così bene al punto di aver creato il programma “impermeabilizzazione” che, combinato con lo specifico detersivo, è in grado di restituire al tessuto la sua caratteristica originale idrorepellente, proteggendolo da acqua e vento. E siccome a tutti piace essere sostenibili esiste  la pratica solu-zione in caps, detersivi monodose che non ci vincolano all’acquisto di grandi flaconi per quei lavaggi o tratta-menti occasionali,  dedicati a tessuti o trattamenti speciali.
 

E se trench va a braccetto con "ben stirato", sappiate che "refresh vapore" is the new black. Si tratta di un programma che rinfresca i capi, distendendone le pieghe. Praticamente una sorta di spa per i vostri abiti che toglie anche gli odori di fumo o del ristorante.
Siete stati a cena da zia Assunta e vi sentite come se l'aveste cucinata voi la parmigiana di melan-zane? Avete fatto visita alla vicina di casa e quei 10 minuti sono bastati per creare un tutt'uno con il minestrone che stava preparando? Siete andati a mangiare nel vostro fusion preferito e vi sentite come un surimi fritto vagante?
"Refresh vapore" è quel che fa al caso vostro. Ripetetelo come un mantra.
Perché rilavare un capo quando non è stato sporcato se possiamo farlo tornare come nuovo in soli 18 minuti ed averlo subito pronto all’uso? Facile a dirsi e a farsi. 

COTONE: Il Denim

Demin, tela blu, blue jeans, jeans. I nomi sono svariati ma rappresentano sempre lo stesso elemento che accompagna l’abbigliamento di milioni di persone da tantissimo tempo. Nato come capo da lavoro indossato prima dai marinai nel porto di Genova, poi da minatori americani, la data ufficiale della sua nascita è il 1873 grazie ad un nome a noi tutti molto noto e caro: Levi’s Strauss,
che diventerà di li a poco il più grande produttore dei più famosi pantaloni a cinque tasche.
Resistenti, comodi e di color indaco, i jeans inizieranno a vestire non più solo gli operai ma anche persone comuni che li utilizzeranno nel tempo libero facendoli diventare una vera e propria moda.
Simbolo di libertà, romanticismo e ribellione, saranno indossati con nonchalance dai nuovi idoli del rock & roll e del cinema! Elvis Presley, James Dean e Marlon Brando, ne faranno una vera e propria icona.

Il jeans ha un’anima rivoluzionaria perché improvvisamente ha abbattuto ogni barriera sociale entrando  nell’armadio di tutti: ricchi e meno ricchi, poeti, cantanti, pittori, casalinghe, ragazze, ragazzi, uomini, donne, studenti e principesse , come la magnifica Lady Diana a Londra in jeans e giacca.

Negli anni diventa sempre più di moda, in un’ascesa inarrestabile che lo incoronerà ad icone glamour e sexy. Ricordate la campagna pubblicitaria “Buffalo 70” per Fiorucci e scatta da Oliviero Toscani? L’attrice e modella americana Donna Jordan indossa hot pant strappati e accompagnati dallo slogan “Chi mi ama mi segua”. Un’immagine che difficilmente si dimenticherà. Allo stesso modo della scandalosa campagna firmata Calvin Klein negli anni ’80 dove la minorenne Brooke Shields in posa afferma “Non c’è  nulla tra me e i miei Calvin.” A buon intenditore poche parole.
O anche il video della pubblicità della Coca Cola light negli anni ’90 dove un ragazzo sexy e aitante, con un paio di jeans e una t-shirt bianca, consegna in ufficio due casse della nota bevanda lasciando tutte le segretarie senza fiato? Ma una delle mie immagini preferite resterà sempre di Peter Lindbergh che ritrae in mezzo ad una strada le top model Cindy Crawford, Christy Turlington, Tatiana Patitz, Naomi Campbell e Linda Evangelista mentre indossano tutte dei jeans. Impossibile non accorgersi che sono le stesse protagoniste del videoclip musicale “Freedom” di George Micheal, dove lui indossa appunto un paio di jeans! Libertà insomma, non solo dal punto di vista sociale ma anche della creatività.

Nei decenni gli stilisti hanno realizzato jeans di tutte le forme, e poi giacche, giubbini, camicie, borse, fiocchi, abiti, salopette. Come quella che indosso io nella foto, confortevole, spiritosa e alla quale sono molto legata.

E’ per questo motivo che grazie a Miele mi prendo cura dei miei capi, quelli a cui tengo di più, quelli che mi evocano molte emozioni. Gli abiti hanno molto da dire, ed io ho imparato ad ascoltarli.
Per mantenere questo tessuto resistente e invariato nel tempo è necessario però trattarlo in modo corretto. I primi piccoli trucchi che ho scoperto sono delle semplici mosse: non lavarli a più di 60°C (o a più di 30°C se si tratta di tessuto denim stretch), ricordarsi di svuotare le tasche e chiudere le cerniere prima di metterli in lavatrice. Sul secondo punto potrei aprire un capitolo, è incredibile quante cose io mi ficchi in tasca senza nemmeno saperlo, ma il premio lo vincono i chewing-gum  e  successivamente i fazzoletti di carta.
Se non fate come me avrete ridotto di molto il rischio di rovinare i capi.
Evitate di utilizzare detersivi che contengono agenti sbiancanti. Vi è mai capitato di vedere delle decolorazioni a “strisce” sui capi una volta terminato il lavaggio? Per evitarle ricordatevi di lavarli sempre al rovescio e di centrifugarli a bassa velocità.
Inoltre, se non vorrete vedere tutto il vostro guardaroba colorato di indaco, ricordatevi di lavarli separatamente almeno le prime volte perché potrebbe stingere.
Per tutto questo Miele ha sviluppato un programma ad hoc che prevede livelli di acqua maggiori, ritmi di lavaggio speciali e profili di centrifuga delicati che proteggono il tessuto e limitano la formazione delle pieghe.  Una volta lavati alla perfezione, i nostri jeans possono passare in asciugatrice Miele con lo specifico programma dedicato che li lascerà morbidi e profumatissimi.

Siete stati a cena da zia Assunta e vi sentite come se l'aveste cucinata voi la parmigiana di melan-zane? Avete fatto visita alla vicina di casa e quei 10 minuti sono bastati per creare un tutt'uno con il minestrone che stava preparando? Siete andati a mangiare nel vostro fusion preferito e vi sentite come un surimi fritto vagante?
"Refresh vapore" è quel che fa al caso vostro. Ripetetelo come un mantra.
Perché rilavare un capo quando non è stato sporcato se possiamo farlo tornare come nuovo in soli 18 minuti ed averlo subito pronto all’uso? Facile a dirsi e a farsi. 

Voi non dovrete preoccuparvi di nulla, solo di indossarli con nonchalance abbinati al vostro sorriso migliore. Tornando a casa fermatevi a comprare qualche ingrediente speciale per la cena di stasera, un mazzo di fiori e ridete il più possibile, perché la vita va vissuta così!

Miele.
Per tutto ciò che ami davvero.